Glossario

  • Metodo ancestrale

    Per ottenere un vino frizzante esistono diversi sistemi fra cui il metodo ancestrale, il più antico per produrre bollicine. I vini ancestrali vengono prodotti in modo artigianale con un processo di rifermentazione in bottiglia e senza la sboccatura dei lieviti. Inoltre, non vengono filtrati perché questa operazione condizionerebbe il gusto e il sapore del vino. In pratica, il succo d’uva in fermentazione viene imbottigliato in modo che, quando il lievito converte gli zuccheri in alcol, il diossido di carbonio resti intrappolato nella bottiglia.

  • Montignoso

    Anello di congiunzione tra la provincia di Massa-Carrara e la Versilia, Montignoso è dominato dalla fortezza Aghinolfi, che si erge ai piedi dei contrafforti delle Alpi Apuane, di fronte al mare.
    Tutt’intorno, fra il verde degli ulivi, piccoli paesi si aggrappano alle pendici delle colline. Montignoso, con il suo castello, rimane sotto la giurisdizione di Lucca fino al 1845, per passare poi sotto la dominazione estense, ed infine, essere unito alla Provincia di Massa-Carrara con il Regno d’Italia.

    Nel corso della Seconda Guerra Mondiale ha rivestito un’importanza strategica in quanto fronte occidentale della Linea Gotica ed è stato purtroppo oggetto di violenti bombardamenti e rastrellamenti.

  • Sboccatura

    Dopo la fermentazione in bottiglia, e prima di procedere all’imbottigliamento definitivo, eseguiamo manualmente la sboccatura per liberare il vino dal deposito feccioso che si crea dopo il processo di affinamento sui lieviti. La bottiglia viene inclinata lentamente affinché il deposito si concentri tutto sul collo, il tappo a corona provvisorio viene fatto saltare e con un rapido movimento del polso si fa fuoriuscire una minima quantità di vino insieme ai residui. Dopodiché la bottiglia viene tappata ed etichettata.

  • Vino naturale

    È un vino vivo e frizzante a cui non vengono aggiunte sostanze chimiche, in nessuna fase della sua vita. Nasce da uva in perfetta salute ed evolve in bottiglia, regalando piacevoli sorprese.

    Il vino naturale è figlio della viticoltura biologica, di lieviti autoctoni, della vendemmia a mano e di un processo di vinificazione senza aggiunta di solfiti e conservanti. È un vino di cui è facile cogliere la sincerità, perché non appesantisce mente e corpo con i classici effetti collaterali dei vini convenzionali, addizionati con solfiti e additivi di vario genere.

    Il nostro vino ha fermentato sulle bucce, ha fatto la malolattica, ha avuto una decantazione statica, non ha visto legno e non contiene solfiti… è naturale al cento per cento.

  • Vino senza solfiti aggiunti

    I solfiti sono additivi che rallentano la crescita e lo sviluppo di microbi all’interno del vino e servono a prevenire l’ossidazione dovuta al contatto con l’ossigeno. Portare in cantina un’uva sana riduce moltissimo il rischio di alterazioni batteriche e la conseguente necessità di aggiungere solfiti, che sono sostanze potenzialmente allergizzanti. Ricordiamo però che alcuni ceppi di lieviti presenti nel mosto producono spontaneamente piccole quantità di solfiti (meno di 10 mg/l).

  • Zolfo e rame

    Lo zolfo è un conservante, antibatterico e antiossidante che nelle giuste dosi ha proprietà benefiche. Il mix di solfato di rame e calce diluita (miscela bordolese) è l’unica protezione non sintetica certificata bio da muffe letali. In minime quantità non è nocivo e serve a preservare la salute della pianta.

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